La città di Hamsun

Geografia e letteratura, in particolare a partire dalla seconda metà del XX secolo, vengono studiate come strettamente connesse l’una all’altra, in un costante intreccio tra i due ambiti. Lo spazio nella letteratura ha un suo ruolo in quanto ogni soggetto può essere considerato portatore di spazi o territori o paesaggi, che interpreta e traspone in altro in base alla propria percezione di ciò che lo circonda. Knut Hamsun (1859-1952) rappresenta un valido esempio di autore che rende, nella sua produzione letteraria, lo spazio urbano protagonista della narrazione allo stesso livello degli individui che vi passeggiano.

La vita di Hamsun è attraversata da numerosi viaggi in giro per il mondo, il che porta a non stupirsi delle numerose descrizioni di ambientazioni urbane che si ritrovano nei suoi testi. Per quanto riguarda infatti i suoi resoconti di viaggio più celebri, è interessante come le pubblicazioni di Hamsun siano di poco successive all’esperienza a cui fanno riferimento, in quanto ciò rende le sue descrizioni maggiormente attendibili e realistiche. Al soggiorno americano dell’autore, negli anni tra il 1882 e il 1888, segue subito Fra det moderne Amerikas Aandsliv, pubblicato nel 1889. Questa fase della vita di Hamsun è di grande interesse perché gli ambienti frequentati dall’autore tra Chicago e Minneapolis, dopo aver vissuto per 20 anni tra Norvegia e Danimarca, rappresentano un insieme di novità per l’autore. È infatti in America che il giovane Hamsun si trova in spazi urbani mai visti prima, dove l’urbanizzazione si sviluppa con una velocità maggiore rispetto a quella scandinava della fine del XIX secolo. A ciò si aggiunge il grande fermento scatenato dalle varie ideologie politiche che a Chicago lo travolge, facendo sì che lui stesso si avvicini all’anarchismo.

Det første som slår en reisetrett fremmed imøte og gjør ham fortumlet i Amerika, det er naturligvis den store støy, rastløsheten, det jagende liv i gatene, den urolige, forvovne ilferdighet hvormed det fares frem på alle områder. Kommer han iland i New York i sommertiden, vil det dessuten gjøre ham litt forbauset å se herrer uten frakk, uten vest, blott med bukseselene over skjorten, ta en spasertur henad gatene med sin silkekledde dame under armen. Det gjør straks et fremmed inntrykk, et fritt inntrykk.

La prima cosa che colpisce un viaggiatore straniero e lo stordisce in America, naturalmente, è il grande rumore, l’inquietudine, la vita di caccia nelle strade, l’iniquità travagliata e perversa con cui viaggia in tutte le zone. Se atterra a New York in estate, sarà anche un po’ sorpreso nel vedere gentiluomini senza cappotto, senza un giubbotto, solo con la camicia dentro i pantaloni, fare una passeggiata per le strade con le loro signore vestite di seta sotto il braccio. Fa immediatamente un’impressione aliena, un’impressione di libertà.

da Fra det moderne Amerikas Aandsliv
Costantinopoli, 1900 circa

L’altro grande viaggio compiuto da Hamsun è quello nel Caucaso, tra il 1899 e il 1900, il cui itinerario parte in area finlandese, per poi svilupparsi tra Russia, Georgia e Turchia. I ÆventyrlandOplevet og drømt i Kaukasien (tradotto in italiano come Terra favolosa), pubblicato nel 1903, è un testo singolare in quanto Hamsun sovrappone alle immagini del Caucaso i paesaggi della Norvegia, intrecciando in una cosa sola la geografia effettiva del luogo e la propria geografia soggettiva. Questo è accompagnato allo stesso tempo da un senso di delusione da parte dell’autore, scontento di ritrovare così tanto “occidente” in questi luoghi di cui apprezza le zone incontaminate e l’impronta orientaleggiante. Infatti secondo Hamsun l’Occidente, introducendo l’idea del capitalismo e del progresso, ha rovinato l’autenticità del Caucaso.

Vi befinner os først i september i St. Petersburg. Jeg skal med stasstipendium gjer en reise til kaukasien, til Orienten, Persien, Tyrkien. Vi kommer fra Finland hvor vi har bodde et år.

Ci troviamo il primo di settembre a San Pietroburgo. Farò con il mio stipendio statale un viaggio nel Caucaso, in Oriente, Persia e Turchia. Arriviamo dalla Finlandia, dove abbiamo abitato per un anno.

da I ÆventyrlandOplevet og drømt i Kaukasien

Il paesaggio urbano per eccellenza nella produzione di Hamsun è rappresentato in Sult (Fame), romanzo del 1890. In questo testo la narrazione si differenzia enormemente dai testi citati sopra, in quanto l’autore non cerca di ritrovare un po’ di Norvegia in luoghi stranieri, bensì ambienta il romanzo in una Kristiania del XIX secolo. Kristiania, nome col quale veniva chiamata Oslo dal 1878 al 1924, sembra fare da cornice a tutta l’opera, ricorrendo sia all’inizio che alla fine del romanzo. L’ambientazione è interessante poiché il periodo in cui vive Hamsun rappresenta una fase di crescita estremamente veloce della città. Il protagonista del romanzo spinto dalla fame vaga per la città, alla costante ricerca di un modo per guadagnare denaro, che immancabilmente scialacqua non appena riesce ad averne tra le mani. In questo testo la geografia soggettiva assume tutta un’altra faccia, perchè sono le allucinazioni del protagonista (causate dalla fame che lentamente lo consuma) a plasmare la realtà e gli spazi che lo circondano. Egli è infatti l’incarnazione del tipico personaggio moderno, animato da impulsi illogici e ancorato a una realtà di vita e rapporti interpersonali che non corrisponde a quella reale.

Kristiania, XIX secolo

Per differenziare il protagonista dalla massa, solita concedersi il spadsertiden (passeggiata senza meta, lenta e fatta per farsi vedere e per osservare gli altri), lo fa percorrere strade diverse e nuove a seconda delle sue esigenze, ponendo Kristiania stessa e la sua rete stradale al centro del romanzo. La città è e deve essere vista come una forza attiva che aiuta a forgiare il carattere dell’eroe, insieme alla fame ed agli impulsi del personaggio stesso, come se essa stessa fosse protagonista della narrazione.

Det var i den Tid, jeg gik omkring og sulted i Kristiania, denne forunderlige By, som ingen forlader, før han har fået Mærker af den…

A quel tempo ero affamato e andavo in giro per Kristiania, quella strana città che nessuno lascia senza portarne i segni…

da Sult
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